Il Ramadan iniziato il 23 aprile scorso, è per i musulmani il mese dell’anno in cui si digiuna dall’alba al tramonto e si commemora la rivelazione del Corano ad Allah.
Quest’anno, arriva in un momento di passaggio e di crisi profonda per tutto il mondo. Sarà un mese difficile per i fratelli e le sorelle delle Comunità islamiche locali.
Ne abbiamo parlato con Mohamed Yahiaoui, Imam del Centro islamico di Barcellona Pozzo di Gotto, e con Iman Sadeq, coordinatrice del Centro Islamico di Messina.
Entrambi si confrontano via whatsapp con i membri delle comunità; in questo momento le loro sedi sono chiuse e l’unico modo per condividere bisogni per non sentirsi soli e prepararsi alla preghiera, è attraverso le chat di gruppo. La socializzazione del Ramadan, purtroppo, al momento è ristretta al proprio tinello.
La speranza è che sia consentito continuare la preghiera nei rispettivi luoghi di culto, per ritrovarsi e poter gioire di una ritrovata libertà, anche se a distanza e con tutti i dispositivi di protezione che l’emergenza impone.
Nel frattempo le due comunità hanno aiutato come hanno potuto i loro fratelli e le loro sorelle attraverso una mutua assistenza che va dall’aiuto nella spesa settimanale, alle informative sui dpcm, fino alle informazioni sulle card previste dai comuni per le persone singole o le famiglie in difficoltà.
Mohamed e Iman, sentiti telefonicamente a ridosso dell’inizio del Ramadan, si sono fatti portavoce di una tristezza diffusa per l’impossibilità fisica di vivere tutti insieme questo momento di spiritualità. Allo stesso tempo hanno invitato tutti i fedeli a sentire meno il peso di questo grave frangente storico, recuperando il tempo perduto in famiglia e acquisendo dall’intimità ritrovata gli anticorpi per una vita meno frenetica.
Vivere al meglio anche nella solitudine di questi giorni, ci insegnerà forse, come comunità, a essere persone migliori domani.
Questo è l’auspicio di entrambi. Ed è proprio il caso di dirlo: Inshallah