Attivo dal mese di luglio, il Pas (Punto di accesso ai servizi) lavora a pieno ritmo, cercando di riscrivere scenari di accoglienza per i migranti che vivono a Messina e in provincia.
La maggior parte degli utenti dello sportello, realizzato nell’ambito di PRISMA (per saperne di più clicca qui e qui), sono stati indirizzati dagli assistenti sociali del Comune.
«Adesso inizia a circolare la voce» racconta Tindaro Bellinvia, esperto di servizi pubblici diretti ai migranti di PRISMA «ultimamente ci sono stati dei beneficiari che sono venuti spontaneamente, anche intere famiglie».
Si tratta di situazioni complesse. Molti di loro si rivolgono al PAS per risolvere problemi relativi alla regolarizzazione all’abitazione o all’assistenza sanitaria.
Ahmed è uno dei primi cittadini migranti a rivolgersi allo sportello, in seguito allo sgombero delle “grotte” a Messina. Dalla sua apertura non ha mai perso un giorno, ogni martedì si reca in Via Felice Bisazza al Centro Polifunzionale I’M, diventato per lui ormai un punto di riferimento.
Lo staff, formato da un’assistente sociale, una mediatrice e un’operatrice legale, lo sta seguendo su tanti fronti cercando di costruire per lui “un posto nel mondo”. Ahmed tunisino, settant’anni, in Italia dall’ ’87, vive da quasi dieci anni a Messina, quando si è rivolto agli operatori era senza documenti e senza tetto. La difficoltà di trovare un lavoro con regolare contratto gli causa un serie di criticità a catena, poiché non avendo i documenti in regola non ha diritto a quelle forme di assistenza di base riconosciute a chi si trova sotto la soglia di povertà.
«Gli italiani sono brava gente» dice Ahmed, anche se da quando vive qui ha trascorso molto tempo per strada, passando da un lavoro in nero ad un altro, cambiando città nel tentativo di migliorare la sua condizione.
La legge italiana prevede per lui il rimpatrio ma Ahmed non ha una famiglia da cui tornare, è mancato per troppo tempo dal paese d’origine. Oggi, grazie all’impegno degli operatori del PAS, alloggia in un dormitorio e sta effettuando numerose visite mediche mentre procede l’iter per fargli ottenere un permesso di soggiorno a causa delle sue condizioni di salute. Un uomo forte Ahmed ma di poche parole, al momento dei saluti sorride con tutto il suo volto, piccolo e rugoso.