Conclusi i laboratori avviati nelle scuole della provincia di Catania coinvolte nel PRISMA.
All’Istituto Giovanni Verga di Viagrande si è svolto il laboratorio “Emozioni: conoscerle per esprimerle”: l’attività, rivolta a bambini della scuola primaria, ha visto la partecipazione di minori provenienti, tra gli altri, dallo Sri Lanka, Senegal, Russia. Obiettivo è sperimentare emozioni; come afferma Davide Pappalardo, responsabile del laboratorio: «Attraverso tale esperienza, si sta cercando di condividere un percorso di alfabetizzazione emotiva, insegnare cosa sono le emozioni, a cosa servono e come si esprimono. E grazie a questo approccio, imparare che nonostante le differenze è proprio il livello emotivo ciò che ci accomuna tutti».
Sempre nello stesso Istituto si sono tenuti due laboratori curriculari: il primo, sulla musica, ha coinvolto quindici studenti stranieri provenienti dalla scuola primaria e ha posto al centro delle proprie attività il linguaggio musicale quale elemento di integrazione. I partecipanti si sono cimentati nell’apprendimento di canzoni e nell’utilizzo di strumenti a percussione. Il secondo, laboratorio di L2, ha invece visto la partecipazione di tredici studenti stranieri della scuola secondaria provenienti dall’Albania, Romania, Marocco, Kazakistan, Costa d’Avorio. In entrambi i casi, un bilancio positivo; come dichiara la prof.ssa Rosaria Sorbello, orientatrice: «I partecipanti ai laboratori hanno mostrato un grande entusiasmo durante tutta la durata del progetto e il desiderio di far parte di questa iniziativa».
Presso il CIPIA Catania 2 di Giarre si è tenuto il laboratorio L2 dal titolo “L’amicizia in musica” volto al rafforzamento linguistico. Così la prof.ssa Stagnitta: «Abbiano iniziato il laboratorio facendo un brainstorming e costruendo un percorso sull’amicizia, Abbiamo lavorato con i disegni, sulle canzoni italiane e sul lessico con lo scopo di raccontare come vedono l’amicizia. Hanno partecipato al laboratorio sia minori stranieri non accompagnati che adulti con livello A1 e A2».
Presso il Liceo Statale Leonardo di Giarre si è invece concluso a maggio il laboratorio interculturale di Scienze motorie e sportive: lo sport al centro di questa iniziativa è inteso quale strumento di integrazione tra ragazzi e ragazze provenienti da Paesi diversi (Ucraina, Filippine ma anche Cina e Svizzera). Tra le discipline praticate il badminton, il tennistavolo ma anche la pallacanestro e la pallavolo. Al di là dei risultati sportivi ottenuti, alcuni dei quali rilevanti (un ragazzino, da zero, è riuscito a saltare 1,60) resta la convinzione dell’importanza dell’insegnare imparando. Come conferma il prof. Filippo Polisano (docente esperto coinvolto nel laboratorio) il quale, grazie anche a questa esperienza, ha sottolineato la necessità di comprendere persone che hanno idee diverse dalle proprie e cita, come esempio, il caso «di una partecipante al laboratorio che, stremata dalla stanchezza dovuta alle restrizioni imposte dal Ramadan, ha voluto comunque confermare la sua partecipazione alle attività sportive».
Sempre presso il Liceo Statale Leonardo di Giarre si è svolto il laboratorio L2 in DAD: quattordici i partecipanti della prima, seconda e quinta liceo scientifico provenienti dal Marocco, Moldavia, Filippine, Romania, Cina. Un bilancio positivo, anche in questo caso, quello tracciato dalla prof.ssa Gangemi, non solo dal punto di vista dell’acquisizione delle competenze linguistiche ma soprattutto umano, relazionale: «In alcuni casi, si è notata una maggiore socialità da parte degli studenti più timidi. Probabilmente tale risultato è stato raggiunto in quanto i partecipanti hanno vissuto questa esperienza non collegandola ai momenti di verifica normalmente previsti dal percorso scolastico». Un ambito diverso, quindi, dove i partecipanti hanno colto l’occasione per esprimersi più liberamente.
Concluso, presso la sede del CPIA Catania 2 di Acireale, anche il laboratorio interculturale “Parole per costruire ponti”: sedici i partecipanti provenienti da Bangladesh, Romania, Chad, Senegal, Tunisia che sono stati coinvolti in attività volte a creare percorsi di integrazione fondati sull’utilizzo di immagini e canzoni che appartengono al patrimonio musicale italiano, stimolando la creatività e le proprietà linguistiche. Ed è stato proprio nel canto, nel lavoro sulle parole che si è trovata la chiave per scardinare muri; Pietro Luigi Di Legami, che ha lavorato al laboratorio con Patrizia Ceraldi, afferma che, attraverso tale percorso, si è puntato «sulla sfera emozionale di ciascuno di essi, considerando il fatto importantissimo che erano (sono) dei ragazzi, lontani dai propri affetti più importanti, dalla propria terra, dalle proprie abitudini e non esiste essere umano sulla terra che non abbia bisogno di affetto e di tenerezza».
All’Istituto Comprensivo Pitagora di Misterbianco due i laboratori conclusi: “Cibo nel mondo” ha visto la partecipazione di un gruppo di studenti, soprattutto cinesi, che, grazie a questa esperienza, sono riusciti a superare la loro timidezza acquistando una socialità che sino a quel momento non avevano espresso. «È bello vedere come adesso ci salutano e ci guardano – afferma Concetta Finocchiaro, orientatrice. Questo cambiamento è avvenuto perché il laboratorio ha dato la possibilità di conoscersi in maniera più profonda, potendosi esprimere in modo creativo e originale». Dello stesso avviso Letizia Spampinato, impegnata nel laboratorio L2 di scuola primaria: «Considerata l’estrema eterogeneità delle conoscenze linguistiche di partenza dei partecipanti, si è pensato di rimodulare le attività lavorando sull’ampliamento del vocabolario. Vincente è stato il ricorso alla peer education: gli studenti più bravi hanno aiutato i compagni meno attrezzati linguisticamente, divenendo una sorta di tutor, motivando l’intera classe sentendosi valorizzati».