La Consulta delle Culture e il suo lavoro durante l’emergenza Coronavirus

La Consulta delle Culture e il suo lavoro durante l’emergenza Coronavirus

Al centro dell’emergenza Coronavirus ci sono tante altre emergenze, la povertà e l’esclusione sociale sono tra le più stringenti. Nel viaggio virtuale tra le realtà e le associazioni che si occupano di sostegno ai migranti abbiamo intervistato Ibrahima Kobena. Originario della Costa d’Avorio, Kobena è il presidente della Consulta delle Culture e per Prisma sta portando avanti una ricerca sulla partecipazione attiva delle associazioni di migranti.

Sulla scia della visione di una città multiculturale, la Consulta delle Culture rappresenta all’interno del Comune di Palermo un importante riferimento per molte famiglie di migranti. Riunisce infatti i rappresentanti dei cittadini immigrati, comunitari, extracomunitari ed apolidi residenti nel territorio comunale. Composta da 21 membri, è l’organo rappresentativo di tutti coloro i quali hanno una nazionalità diversa da quella italiana o che hanno acquisito la cittadinanza italiana pur mantenendo la cittadinanza di un altro paese.

La parola che più si ripete durante la nostra intervista è “partecipazione”, un concetto che è anche una chiave di lettura per molte delle azioni portate avanti dalla Consulta.

Mai come in questo momento, infatti, per Kobena è importante che la consulta sia attiva. Sono moltissime le necessità straordinarie che si stanno presentando.

“Sotto ogni aspetto” spiega “la vera integrazione passa dalla partecipazione. C’è ancora molto isolamento, molti non hanno la possibilità di informarsi. Il nostro lavoro oggi è fondamentale, non bisogna dare nulla per scontato. Per esempio ogni tipo di informazione sulle norme comportamentali da adottare va tradotto nelle diverse lingue straniere che non rientrano nelle tre lingue di cui viene fornita la traduzione. Così come sono da tradurre e spiegare tutte le possibilità e gli aiuti messi in campo dal Comune”.

La Consulta oggi veicola le informazioni, le spiega, aiuta a compilare le domande e mantiene un’interazione diretta con il Comune. Promuove la partecipazione attiva delle comunità. “Molte associazioni hanno dato avvio alla raccolta e alla distribuzione alimentare per le famiglie e le persone in difficoltà”.

Bisogna inoltre fronteggiare un’altra e importante emergenza: quella relativa all’apprendimento a distanza.

“Un altro punto cruciale è la didattica a distanza. Ci sono molti bambini e ragazzi, alcuni arrivati da poco in Italia, che non parlano ancora l’italiano e non hanno avuto il tempo di integrarsi nel sistema scolastico. Bisogna allora supportarli nella traduzione dei compiti e delle attività. Spesso inoltre mancano i supporti tecnologici e i materiali didattici di base”.

Mai come oggi la Consulta tende ad andare oltre i vari paesi che la compongono, per fronteggiare la crisi e partecipare a una rinascita. Per questo è attiva e aperta a ogni tipo di necessità e di proposta. E ad ascoltare la voce di ciascuno.

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