Il distanziamento fisico necessario per l’emergenza Covid-19 si è rivelato spesso uno straordinario acceleratore di processi di vicinanza sociale. Ci siamo ricordati dei vicini, dell’importanza di guardarsi negli occhi. Il fenomeno dei balconi, provando a semplificare, è stato paradigmatico: ci si affacciava e per la prima volta si riconosceva il proprio dirimpettaio. La rete dei condomini solidali simbolicamente va oltre i balconi, entra dentro le case dall’esterno verso l’interno per proporre una nuova idea di comunità, declinata attraverso la condivisione e l’interazione.
Un’idea capace di generare una società accogliente: non più attraverso qualcuno che integra l’altro ma attraverso la conoscenza e l’interazione reciproca.
Ecco cosa rappresenta la rete dei condomini solidali, nata a Palermo poche settimane fa e già diventata sistema in alcuni stabili cittadini che una volta a settimana raccolgono beni alimentari per distribuirli a chi ne ha bisogno.
Promotore del progetto è il Forum Antirazzista, collettivo che mette insieme diverse realtà associative palermitane e singole persone che condividono l’impegno di sostenere i diritti dei migranti. «L’idea nasce da una riflessione collettiva all’indomani dello scoppio della pandemia» racconta Emauela Firetto «il bisogno forte di sfamare tantissima gente in difficoltà ci ha portato a attivare la raccolta “Solidarietà contagiosa”. Avevamo sì bisogno di risorse immediate per sostenere la gente nei bisogni alimentari ma volevamo anche promuovere attivismo e cittadinanza – che è l’anima delle azioni del forum – incentivare azioni piccole, mettere le persone nella condizione di scoprire ciò che possono fare anche stando a casa. Allora abbiamo pensato anche al futuro, a un processo diffuso e sostenibile.».
La rete dei condomini solidali è aperta a individui, associazioni, gruppi informali, parrocchie, comitati di quartiere attivi nella città di Palermo con l’intento di promuovere pratiche di supporto orizzontale mutuale, diffuse e di prossimità per una ripresa sostenibile ed ecologica anche dal punto di vista ambientale. Si evita infatti lo spreco e si attiva un modo sano di sfruttare le risorse.
Alla rete si può aderire in tanti modi: diffondendo l’iniziativa, coinvolgendo il proprio condominio, proponendosi come associazione che si occupa della distribuzione. Chi decide di attivare la raccolta nel proprio condomino ha libertà di gestione e organizzazione. I beni alimentari ottenuti potranno essere ritirati o portati presso una delle associazioni aderenti che si occupano del sostegno alle persone in condizione di disagio socio-economico.
Prossimità, Protagonismo, Solidarietà, EcoSostenibilità, sono le parole d’ordine del progetto. Infatti, se l’intento immediato è quello di dare aiuto a chi si trova in difficoltà, la rete porta con sé un’idea ulteriore e probabilmente centrale: generare una nuova modalità di essere cittadini attivi e solidali, incentivando il protagonismo e la partecipazione, senza distinzione alcuna.
«La prossimità è un altro punto importante, incentivare l’interazione tra persone vicine ma anche realtà del territorio. Per esempio cercare di far conoscere a ciascuno le realtà associative del proprio quartiere. Creare rete attivando processi che non guardano solo all’emergenza ma anche al futuro. Favorire dialogo tra persone di diversi paesi è importante», riflette la Firetto. Il progetto non fa distinzione a seconda dei paesi di provenienza ma si concentra al contrario sul concetto di prossimità.
«Crediamo che una rete partecipata rappresentativa della città possa dare voce e visibilità alla complessità che caratterizza il nostro territorio e così contribuire con maggiore forza alla lotta contro le disuguaglianze sociali, favorire le pari opportunità e promuovere processi di partecipazione civica e solidarietà diffusi» si legge nel form utilizzato per creare la rete.
Tutte le informazioni saranno veicolate sulla pagina facebook “Rete condomini solidali”.
La raccolta è destinata a andare fuori ma anche rimanere anche dentro il condominio nel caso in cui ci fossero persone bisognose al suo interno. “Se hai metti se hai bisogno prendi” recita la scatola nell’atrio di un condominio di via Garibaldi che si è messo in rete con il Circolo Ikenga, gruppo di attivisti e artisti provenienti da Biafra, Italia, Bangladesh, Gambia, Senegal, Nigeria e Tunisia.
Un esempio di come, volendo fare fronte a un bisogno immediato si è arrivati a una nuova idea di cura e prossimità.