Durante l’emergenza Covid-19 in Sicilia sono diverse le reti che si sono attivate per far fronte alle esigenze delle fasce più vulnerabili e molti i servizi che sono stati erogati per cercare di rispondere a richieste ed esigenze di natura economica, sociale o educativa. In questi mesi abbiamo mappato i servizi attivi per la popolazione migrante e raccolto alcune storie e iniziative che hanno interessato le città di Palermo, Trapani, Messina e Catania.
A Trapani una risposta importante è arrivata dalla Caritas come ci racconta la progettista Daniela Marlina.
Quali sono le attività messe in campo durante l’emergenza?
«Abbiamo aperto lo sportello emergenziale rivolto a tutti i cittadini per supportare le domande relative all’erogazione dei buoni spesa del Comune. Le richieste arrivavano da migranti provenienti principalmente dai Paesi africani ma anche da kosovari, qui a Trapani c’è una comunità molto compatta e integrata e tra di loro ci sono molti ragazzi di seconda generazione.
Molti privati hanno fatto donazioni e la città si è mossa. Abbiamo segnalato tanti migranti ai centri d’ascolto parrocchiali dove stati assistiti sia attraverso i pacchi spesa che attraverso dei buoni pasto spendibili nei supermercati.
Abbiamo supplito dove il Comune non poteva arrivare o abbiamo integrato dove abbiamo capito che solo l’intervento del Comune non bastava. A subire le conseguenze maggiori sono stati tutti coloro che lavoravano in nero e che non usufruiscono del reddito di cittadinanza. Soprattutto chi lavorava nel settore della ristorazione si è trovato a non poter accedere della cassa d’integrazione e in generale a nessun tipo di sussidio. Come Caritas abbiamo cercato di dare una risposta sia attraverso il sostegno alimentare che attraverso il pagamento dell’affitto».
Quali sono i servizi che gestite nella città di Trapani?
«Come Caritas abbiamo attivato nella nostra città i centri di aggregazione giovanili per ragazzi italiani e stranieri, la maggior parte sono di seconda generazione. Spesso sono questi stessi ragazzi a fare da mediatori ai genitori, sono loro che li accompagnano negli uffici per sbrigare le pratiche. All’interno dei nostri centri di aggregazione svolgiamo inoltre un servizio di recupero degli apprendimenti scolastici.
Solitamente facciamo anche servizi per l’orientamento, seguiamo le richieste per il rinnovo del permesso di soggiorno, la scolarizzazione e abbiamo elargito delle doti educative. Cerchiamo di strutturare interventi che possano liberare la persona dal disagio e dal bisogno: questo vale sia per italiani che per gli stranieri.
Abbiamo in totale otto centri di aggregazione giovanili finanziati dall’8×1000 in diverse aree della città di Trapani. Questi centro sono frequentati sia da italiani che da stranieri».
Oltre alle iniziative della Caritas si segnala anche l’impegno e il lavoro svolto dall’Oratorio Salesiano Don Bosco di Trapani che durante l’emergenza si è trasformato in una sartoria sociale per la produzione di mascherine. Tra i protagonisti dell’iniziativa c’è Modou Ceesay, 33 anni, sarto originario del Gambia.