Rafforzare la partecipazione delle associazioni dei migranti alla vita sociale, economica, politica e culturale dei territori in cui vivono: è questo un obiettivo fondamentale dell’azione 4 del progetto Prisma.
Obiettivo da perseguire attraverso la formazione, il supporto all’empowerment delle associazioni esistenti, il sostegno alla nascita di nuove realtà associative e la promozione della rappresentanza straniera nel terzo settore di matrice italiana.
Prima del lockdown, dunque tra febbraio e i primi giorni di marzo, sono stati realizzati dei focus group a Messina, Catania e Palermo. Gli incontri sono stati molto partecipati e hanno creato un importante ponte tra le diverse comunità.
A Palermo, i referenti delle associazioni coinvolte hanno risposto a dei questionari somministrati al fine di raccogliere dati e informazioni preliminari per poter successivamente sviluppare delle azioni di indirizzo e consulenza.
Dall’incontro con le realtà palermitane sono emersi diversi significati.
Un elemento condizionante è di ordine temporale: i migranti sono di seconda generazione e la maggior parte delle associazioni presenti sul territorio siciliano sono state registrate da più di 10 anni.
Di conseguenza si registra una maggiore partecipazione e consapevolezza della struttura organizzativa territoriale e sociale, delle necessità e dei bisogni non solo delle comunità di appartenenza ma dell’intero tessuto sociale palermitano. Emerge inoltre un alto grado di formazione e istruzione.
Un ulteriore elemento da cui si possono evincere processi di empowerment è dato dalla partecipazione alla vita interna delle associazioni che svolgono riunioni con scadenza regolare alle quali partecipano in media dai 6 ai 30 soci, con ordini del giorno strutturati e discussioni organizzate.
Inoltre la maggior parte delle associazioni sono ben strutturate e registrate. La forma giuridica prevalente è l’APS (Associazione di promozione sociale), i membri sono consapevoli dei ruoli e delle strutture organizzative.
Un ulteriore indicatore della forte integrazione è che le singole realtà sono aperte a tutti e dunque spesso si compongono di migranti e italiani, uomini e donne, migranti di varie nazionalità. Ciò rappresenta un importante paradigma da declinare: non più un’integrazione reciproca ma ciascuno pare integrante di un’associazione, una comunità, una città.
Le maggiori criticità, invece, consistono nella difficoltà di gestione e nella presenza di membri attivi e membri meno attivi: le associazioni chiedono dunque una richiesta di formazione in tal senso.
È necessaria la formazione alla comunicazione per poter avere maggiore visibilità e diffondere al meglio i propri contenuti. È altresì necessaria creazione di relazioni e partenariati istituzionali per avere un riconoscimento delle attività svolte sul territorio e per poterle implementare.
Un altro punto fondamentale perseguito e da consolidare è quello di garantire a tutti i propri membri l’accesso alle informazioni e alle opportunità. Restituire informazioni chiare e precise sulle sulle normative e sulle scelte politiche vuol dire garantire una vera e propria partecipazione.
Fondamentale la formazione alla leadership non intesa come riconoscimento di un’autorità coercitiva, ma come relazione contrattuale in cui le persone coinvolte accettano responsabilità, compiti o mansioni all’interno di un’organizzazione
Gli obiettivi indicati dalle associazioni, di cui si darà conto nei prossimi articoli, sono molteplici e denotano una forte spinta all’integrazione e al mutualismo tra connazionali.