L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) assegna ogni anno un riconoscimento alle imprese italiane che si impegnano per favorire processi di integrazione lavorativa dei beneficiari di protezione internazionale. Tale riconoscimento avviene attraverso il conferimento di un logo “We Welcome. Working for refugee integration”.
Il riconoscimento per il 2019, assegnato a novembre 2020, è andato anche ad Archè, ente di formazione e agenzia per il lavoro catanese, per “il rilevante impegno dimostrato nella promozione di interventi specifici per l’inserimento lavorativo dei rifugiati”.
ARCHÉ Impresa Sociale s.r.l. (già ARCHÉ srl) – che nasce dall’esperienza maturata dai soci sin dal 1987 nell’area della Formazione e della Consulenza ed opera attivamente dal 1994- ha deciso di declinare la propria esperienza anche in termini di inclusione e valorizzazione lavorativa delle tante persone di ogni età e provenienza che vogliono realizzare a Catania i propri talenti.
«È un grandissimo onore aver ricevuto questo riconoscimento – dichiara Emilio Romano, presidente di Archè – e lo vogliamo condividere con la straordinaria rete di enti, associazioni, comitati, aziende e stakeholder che abbiamo costruito in oltre 25 anni di attività. Il nostro modo di operare è legato indissolubilmente alla cultura della solidarietà che ci spinge ad accogliere e abbracciare chi è in difficoltà, chi vive in condizioni di disagio, senza guardare se si tratta di giovani, donne e uomini, migranti o siciliani. Al centro del nostro impegno mettiamo ciascun essere umano».
«Ci piace sapere che con il nostro lavoro – conclude Marcello Di Pollina, direttore dell’Area Sviluppo e Progetti speciali di Archè – cambiamo realmente e tangibilmente la vita delle persone. Anche grazie a chi ha creduto nei nostri progetti di inclusione nel 2019 sono stati complessivamente 65 i richiedenti e titolari di protezione internazionale, di cui 5 donne, che hanno beneficiato di percorsi di inserimento e circa il 90% dei partecipanti aveva un’età compresa tra i 18 e i 25 anni. Abbiamo ricevuto oggi un’ulteriore dimostrazione che con le giuste politiche attive del lavoro è possibile costruire un valore aggiunto per la società in cui viviamo».
Un riconoscimento importante che mira a combattere l’odio e il razzismo e promuovere un modello di società inclusiva.